Parlando del cane, come ho già scritto in un precedente post, è un animale che vive in branco secondo un'organizzazione gerarchica e questo si riflette di conseguenza anche sullo stile di caccia, in branco appunto, e "sull'ordine di precedenza" : il cane alfa mangia per primo, poi il beta poi tutti i subordinati (clicca QUI per approfondire); i cuccioli, poi, imparano durante lo svezzamento a rispettare questo ordine, sotto insegnamento della madre; in un ambiente casalingo quindi deve essere il proprietario il dominante ed abituare il cane fin da cucciolo a tutti i tipi di alimenti, essendo onnivoro.
Del gatto, invece, ho già scritto in un post precedente (Approfondisci) che è un animale che vive prevalentemente in solitudine e così è anche per la caccia, sia diurna che notturna; è un carnivoro che caccia soprattutto piccole prede, il cui istinto predatorio non dipende dalla fame (avete mai visto il vostro gatto giocare con un insetto o una lucertola ed una volta finito il divertimento lasciarli lì tutti sofferenti? Beh non è sadismo, è solo istinto!). Il suo organismo mal sopporta i bruschi cambiamenti alimentari, per questo, passando da una marca all'altra di cibo, bisognerebbe mischiarle gradualmente (prima la marca a cui è abituato in quantità maggiore, poi in quantità pari, la nuova marca in quantità maggiore e infine solo la nuova marca) per almeno 15 giorni; soprattutto i gatti preferiscono patire la fame piuttosto che mangiare qualcosa che non gradiscono e possono arrivare a non mangiare per giorni se non trovano il loro cibo gradito e per questo è consigliabile abituarli fin da piccoli a marche e gusti diversi (io non l'ho fatto e ora devo comprare tonno per una, vitello per l'altro e crocche specifiche per l'altro ancora! Guai a cambiare marca...)
Per entrambi gli animali, in ambito più casalingo, ma non solo, la scelta del cibo e la stimolazione dell'appetito avvengono, ovviamente, attraverso i sensi: primo tra tutti è l'udito - il rumore della scatoletta che si apre o del sacchetto che "fruscia" - seguito dalla vista che stimola la salivazione (scoperto dallo scienziato Ivan Pavlov agli inizi del Novecento); poi subentra l'olfatto - questo vale soprattutto per il gatto, che deve annusare per bene prima di sapere se gradirà - e di conseguenza al tatto attraverso i peli sul muso che percepiscono se la temperatura va bene; infine arriva il gusto, che per loro si divide in 5-> salato, dolce, amaro, acido e umami ovvero saporito (scoperto da Kikunae Ikeda, professore di chimica all'università di Tokyo, nel 1908).
In seguito vi parlerò più approfonditamente dei particolari tipi di alimentazione, per ora questo è quello che c'è da sapere sul loro comportamento e sugli istinti legati, appunto, all'alimentazione.
Immagine presa da internet
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