sabato 22 agosto 2015

Le etichette: come capirle

Questo post vuole essere una specie di guida nel misterioso mondo delle etichette dei prodotti alimentari: seguendo delle normative europee, devono esserci specificate una serie di informazioni, che però non sono sempre facilissime da decifrare. 
Innanzitutto deve esservi riportata la DENOMINAZIONE, in modo molto chiaro e preciso (così come la DESTINAZIONE, es.: per cani, per gatti, per roditori ecc...); possiamo dividerla in quattro categorie: 

  • Alimenti completi: che coprono interamente il fabbisogno alimentare dell'animale
  • Alimenti complementari: che richiedono l'aggiunta di altri alimenti per raggiungere il fabbisogno completo
  • Alimenti specifici: ad esempio cibi dietetici o consigliati per particolari patologie, venduti in negozi specializzati
  • Snack: non coprono in nessun modo il fabbisogno nutrizionale, sono molto spesso ipercalorici (usati a volte per l'addestramento)*
Abbiamo poi la COMPOSIZIONE: tutti gli ingredienti che devono essere riportati, come dicevo, seguono normative europee specifiche e sono elencati in ordine decrescente (ovvero vengono messi per primi gli ingredienti che sono presenti in maggior quantità); si differenziano poi anche i modi in cui vengono chiamati i "gusti" del cibo: "al gusto di..." "all'aroma di..." indica che la carne o il pesce contenuti sono inferiori al 4% del totale degli ingredienti - "cibo al/con/contenente..." indica tra il 4% e il 14% - "ricco di..." "extra..." indica tra il 14% e il 25% - "nome del gusto" (esempio: "pollo") indica più del 26% ma meno del 100% - "solo..." o "tutto..." indica il 100%.
Devono essere riportati, poi, i TENORI ANALITICI, che altro non sono che un'analisi media della quantità percentuale di proteine, grassi, minerali e fibre greggi (l'indicazione di altre sostanze è facoltativa, così come la percentuale di umidità nel cibo secco); tutti gli additivi che vengono aggiunti devono figurare nell'elenco delle autorizzazioni UE (clicca QUI per visionarli). Nel caso in cui vengano aggiunte vitamine è obbligatorio menzionare se sono A, D o E, così come per il rame.
Vengono indicate inoltre le ISTRUZIONI PER L'USO, facili e quasi ovvie, ma non sempre; indicano gli stati fisiologici dell'animale per cui il cibo è indicato, le condizioni di conservazione ed è spesso suggerita una dose indicativa giornaliera (è obbligatorio inserire un richiamo al lasciare sempre a disposizione acqua fresca, ma anche questo mi pare ovvio no?)
In ultimo sono inseriti quelli che vengono chiamati LIMITI: indicano in quali casi e per quali motivi il prodotto è sconsigliato per alcuni animali (ad esempio per il valore del sodio in caso di animale con insufficienza cardiaca) ma le indicazioni riportate sono molto spesso lacunose e insufficienti. Il mio consiglio infatti è quello di comprare in negozi specializzati che abbiano un "Product Book" (il famoso "libro ingredienti", un po' come in gastronomia) da consultare, che riporta i valori di riferimento indicativi in percentuale della sostanza secca, SS (ovvero disidratata, in modo che sia semplicemente di più facile misurazione) e di chiedere sempre al veterinario consigli sull'alimentazione, soprattutto in caso di patologie gravi.


* Secondo la Direttiva Europea 2002/4b/CE <<Si intendono integratori alimentari i prodotti destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive o altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate>> ; questi non sono né alimenti né farmaci, ma snack o ricompense di produzione industriale.
Come sempre, spero di essere stata utile! :)

Immagini prese da internet

martedì 11 agosto 2015

Comportamento alimentare

Diciamo la verità, ormai i nostri amici a quattro zampe (tranne in particolari eccezioni, alquanto spregevoli) sono abituati alla bella vita: pappa pronta, orari quasi sempre prestabiliti, posto preferito, tipologia di cibo gradita ecc ecc... ma in realtà esistono ancora in loro degli istinti, predatori e organizzativi, che possono essere sviluppati o meno, ma che in natura restano attivi e necessari. 
Parlando del cane, come ho già scritto in un precedente post, è un animale che vive in branco secondo un'organizzazione gerarchica e questo si riflette di conseguenza anche sullo stile di caccia, in branco appunto, e "sull'ordine di precedenza" : il cane alfa mangia per primo, poi il beta poi tutti i subordinati (clicca QUI per approfondire); i cuccioli, poi, imparano durante lo svezzamento a rispettare questo ordine, sotto insegnamento della madre; in un ambiente casalingo quindi deve essere il proprietario il dominante ed abituare il cane fin da cucciolo a tutti i tipi di alimenti, essendo onnivoro.


Del gatto, invece, ho già scritto in un post precedente (Approfondisci) che è un animale che vive prevalentemente in solitudine e così è anche per la caccia, sia diurna che notturna; è un carnivoro che caccia soprattutto piccole prede, il cui istinto predatorio non dipende dalla fame (avete mai visto il vostro gatto giocare con un insetto o una lucertola ed una volta finito il divertimento lasciarli lì tutti sofferenti? Beh non è sadismo, è solo istinto!). Il suo organismo mal sopporta i bruschi cambiamenti alimentari, per questo, passando da una marca all'altra di cibo, bisognerebbe mischiarle gradualmente (prima la marca a cui è abituato in quantità maggiore, poi in quantità pari, la nuova marca in quantità maggiore e infine solo la nuova marca) per almeno 15 giorni; soprattutto i gatti preferiscono patire la fame piuttosto che mangiare qualcosa che non gradiscono e possono arrivare a non mangiare per giorni se non trovano il loro cibo gradito e per questo è consigliabile abituarli fin da piccoli a marche e gusti diversi (io non l'ho fatto e ora devo comprare tonno per una, vitello per l'altro e crocche specifiche per l'altro ancora! Guai a cambiare marca...)

Per entrambi gli animali, in ambito più casalingo, ma non solo, la scelta del cibo e la stimolazione dell'appetito avvengono, ovviamente, attraverso i sensi: primo tra tutti è l'udito - il rumore della scatoletta che si apre o del sacchetto che "fruscia" - seguito dalla vista che stimola la salivazione (scoperto dallo scienziato Ivan Pavlov agli inizi del Novecento); poi subentra l'olfatto - questo vale soprattutto per il gatto, che deve annusare per bene prima di sapere se gradirà - e di conseguenza al tatto attraverso i peli sul muso che percepiscono se la temperatura va bene; infine arriva il gusto, che per loro si divide in 5-> salato, dolce, amaro, acido e umami ovvero saporito (scoperto da Kikunae Ikeda, professore di chimica all'università di Tokyo, nel 1908).

In seguito vi parlerò più approfonditamente dei particolari tipi di alimentazione, per ora questo è quello che c'è da sapere sul loro comportamento e sugli istinti legati, appunto, all'alimentazione.

Immagine presa da internet

venerdì 7 agosto 2015

Territorializzazione del gatto

Per cominciare a capire il comportamento del vostro gatto vorrei introdurre un argomento di assoluta rilevanza per loro, ossia il territorio. Come ormai tutti sanno non è quasi vero che il gatto non si affeziona al padrone ma solo al suo territorio, quindi la casa, ma è in grado di provare affetto anche nei confronti di chi si prende cura di lui; questo però non impedisce al suo istinto di essere particolarmente attaccato ai suoi spazi. Trovano infatti più appagante e stimolante questo attaccamento rispetto a quello per gli altri esseri viventi. Infatti, la spinta all'autonomia del cucciolo parte proprio dalla territorializzazione. Sono animali solitari, non sociali come il cane, o l'uomo, e per questo non vivono in gruppo (gli unici gruppi sono composti da femmine imparentate e dai loro cuccioli); i maschi randagi sono totalmente indipendenti, si avvicinano solamente nei periodi di calore ma non hanno nessun ruolo nell'educazione del cucciolo.
Ma come fanno a segnare il proprio territorio? Attraverso le cosiddette marcature, che rilasciano sostanze olfattive chiamate feromoni, che danno espliciti segnali al gatto che annusa. Esistono due tipi di marcature: appagante e d'allarme.


  • Appagante è, per esempio, quella facciale (quando sfrega la testa sulle superfici depositando i feromoni attraverso le ghiandole facciali, appunto, creando uno stato di appagamento). Ad esempio in caso di trasloco il povero gatto, non ritrovando più i suoi odori, fatica a superare il senso di smarrimento e questo può portare a stati ansiosi; un consiglio potrebbe quindi essere quello di portare suoi oggetti, che abbiamo il suo odore, nella nuova casa prima di lui, in modo che possa ritrovare un punto di riferimento al suo arrivo e non sentirsi completamente spaesato; oppure esistono in commercio feromoni artificiali, che ricreano il senso di appagamento, ma di questo parlerò in un altro post. Un'altra marcatura appagante è quella che viene effettuata su altri individui, come il proprietario o membri della famiglia, con cui vive al fine di evitare conflitti e tensioni e considerarli compagni di vita pienamente accettati, allo stesso modo sfregandosi a partire dal muso su di loro.




  • D'allarme si dividono in graffiature e marcature urinarie. Le graffiature sono sia olfattive, quindi vengono rilasciati feromoni dalle ghiandole nei cuscinetti plantari, che visive, poiché si tratta di veri e propri graffi; il loro scopo è quello di avvertire il consimile della sua presenza e dare un segnale come a dire "territorio occupato, cercatene un altro!". La marcatura urinaria consiste in quello sgradevolissimo getto d'urina proiettato orizzontalmente su una superficie verticale che quasi tutti i padroni di gatti non sterilizzati hanno dovuto sopportare prima o poi; in quel getto sono presenti moltissimi feromoni, che rilasciano uno sgradevole odore al nostro olfatto, e possono denotare un forte stress nel gatto che non riconosce più il proprio territorio oppure possono avere tutt'altro scopo: quando un maschio, non sterilizzato appunto, sente una gatta in calore si strofina su di una superficie e vi urina sopra, lasciando una doppia marcatura e con essa un messaggio per la gatta.





E questo è più o meno quello che c'è da sapere sui modi di marcatura del gatto e sul loro modo di riconoscere un territorio! Spero quindi di essere stata utile, come sempre!

Immagini prese da internet

giovedì 6 agosto 2015

Organizzazione gerarchica del cane

Come prima cosa, per imparare a capire il vostro cane, è bene sapere come funzionano i suoi istinti. Mi spiego meglio: molte volte sento parlare di cani che non rispettano l'autorità dei padroni, o che hanno determinati atteggiamenti poco graditi al "vivere civile" umano, tutto questo potrebbe semplicemente essere riconducibile  al suo sentirsi dominante rispetto a voi o ad altri membri della famiglia, il che lo porta, appunto, a fare un po' come gli pare. Ma perché? Possiamo dire che la testa di un cane ragiona in base ad un'organizzazione gerarchica molto precisa, in cui c'è un cane maschio alfa (o un umano alfa) ed una femmina alfa (o umana) e tutti i subordinati. Esiste in realtà anche la coppia beta, nonché i subordinati diretti della coppia alfa, coloro che hanno diritto alle risorse migliori, subito dopo di loro, ma nel nostro caso ci interessa poco, in quanto resta più un vago istinto recondito, ancora attivo invece nel lupo in natura. Parlando quindi di un ipotetico branco ci sono alcune prerogative che spettano solo al maschio ed alla femmina alfa. Per esempio è il dominante a mangiare per primo ed il dominato potrà mangiare esclusivamente i suoi avanzi; attenendoci alle vicende casalinghe andrebbe interpretato così: quanto volte date, magari di nascosto, cibo al vostro cane mentre voi siete seduti a tavola? Nella sua testa questo è indice di attenzioni importanti, di "notorietà" e di alta considerazione all'interno della gerarchia, per questo andrebbe categoricamente evitato soprattutto in caso di esplicita dominanza del cane nei vostri confronti; sarebbe buona abitudine farlo sempre mangiare dopo di voi, in un posto tranquillo dove potrà saziarsi senza essere disturbato. Tornando alle prerogative dei cani alfa in natura, sono loro ad occupare posti di controllo, che siano sopraelevati o di passaggio; in casa questo è traducibile in "non fate dormire il cane nel vostro letto": la posizione sopraelevata infatti gli cede il controllo delle situazioni circostanti e, con questo, sempre la solita alta considerazione nella gerarchia; allo stesso modo è consigliabile non posizionare la sua cuccia in luoghi di passaggio come corridoi o aree d'ingresso, piuttosto sono preferibili angolini riservati che concedano loro tranquillità e pace durante il riposo; la cuccia è anche il luogo dove andrà a "nascondersi" quando verrà sgridato, poiché vorrà farvi capire che ha recepito il concetto e si sta sottomettendo a voi, è quindi molto importante smettere di sgridarlo non appena ci si sdraierà. E ancora in natura è il dominante ad "accendere" il gioco o dare il via alle interazioni, allo stesso modo in casa, quando il vostro cane verrà da voi chiedendovi di giocare o semplici attenzioni, un piccolo consiglio è quello di rifiutarlo inizialmente, attendere pochi minuti ed andare di vostra volontà a giocare con lui, in modo da enfatizzare il vostro legame affettivo, senza che lui possa pensare chissà cosa; allo stesso modo è importante rispettare la sua volontà quando vorrà smettere di giocare. Ci sono altre prerogative in natura, come il diritto alla riproduzione, ma questo, nella vita domestica, ci interessa molto poco! Una gerarchia domestica tipo dovrebbe essere: Proprietari adulti (coppia alfa) - eventuali altri adulti (beta) - cani (omega- subordinati) - i bambini, così come i cuccioli, ancora non fanno parte della gerarchia definitiva.
Spero di essere stata abbastanza precisa e spero soprattutto di esservi stata utile!

mercoledì 5 agosto 2015

Documenti ufficiali

Vorrei cominciare parlando di un argomento forse poco considerato ma che, soprattutto in periodo di vacanze, può certamente tornare utile: la documentazione ufficiale necessaria per cani e gatti; è bene dividere le due specie poiché  non tutti i documenti sono uguali o ugualmente necessari ai fini di trasporto o semplice "regolarità".
Iniziamo quindi dal cane: si possono dividere in tre categorie

  • Anagrafe (legge 14 agosto 1991, n° 281) -> è obbligatoria l'iscrizione entro 60 giorni dalla nascita del cane, presso veterinari pubblici o liberi professionisti abilitati.
    1.  Tatuaggio: codice identificativo tatuato all'interno della coscia destra, purtroppo comporta alcuni disagi e limitazioni, come lo scolorimento o i peli.
    2. Microchip: è una minuscola capsula iniettata sottocute dietro l'orecchio sinistro; contiene un chip con un codice a 15 cifre (codice identificativo) leggibile solamente attraverso onde radio emesse da appositi lettori scanner.
  • Pedigree ->  è il certificato di iscrizione al libro genealogico del cane di razza (che comprende il registro origini italiano); viene rilasciato dall'ENCI  - ente nazionale cinofilia italiana - affiliato alla FCI - federazione cinologica internazionale. Sul documento devono risultare: numero di iscrizione del cane, dati anagrafici del cane, nome dell'allevatore, nominativi di eventuali nuovi proprietari. Deve essere attestata la discendenza da almeno quattro generazioni di cani di razza pura.
  • Libretto sanitario e passaporto -> nel primo vengono registrati vaccinazioni e controlli veterinari. Per portare all'estero un cane dal 2004 serve il passaporto (reg. CE n° 998/2003), che deve essere rilasciato dall'ASL e deve essere rinnovato annualmente. Comprende l'identificazione, descrizione dell'animale e generalità del proprietario, vaccinazione contro la rabbia, titolazione degli anticorpi contro la rabbia (solo per alcuni Paesi come il Regno Unito, la Svezia, l'Irlanda, Malta), trattamenti antiparassitari contro zecche ed echinococco, visita clinica e legalizzazione.

Passiamo ora ai documenti del gatto:
  • Carta di identità -> in questo caso l'immatricolazione è a discrezione del proprietario, ma resta necessaria per ottenere un passaporto. Si realizza tramite tatuaggio (sul lato interno dell'orecchio destro, in anestesia generale, con codice a numero progressivo) o tramite microchip (come per il cane si tratta di una capsula inoculata sottocute nel lato sinistro del collo, con un codice identificativo a 15 cifre; non comporta anestesia). Verranno poi inseriti nella banca dati dell'anagrafe nazionale felina.
  • Libretto sanitario -> riporta le vaccinazioni ricevute dall'animale; il proprietario può scrivere date e annotazioni su sverminazioni, calori o eventuali malattie.
  • Passaporto europeo -> attesta che il gatto ha un numero di identificazione, è esente da malattie infettive ed è in buono stato di salute; certifica le vaccinazioni (antirabbica obbligatoria, come per il cane).
  • Pedigree -> è emesso dall'associazione nazionale felina italiana, attesta la provenienza, e ne qualifica l'origine, come "gatto di razza" con linea di discendenza di quattro o cinque generazioni.

Questo è tutto ciò che c'è da sapere riguardo la documentazione dei vostri amici animali, spero di essere stata chiara e, soprattutto, utile!

Presentazione:

Buongiorno a tutti! Come prima cosa desidero presentarmi e spiegarvi quello che vorrei fare con questo blog: mi chiamo Barbara e da sempre nutro una sfrenata passione viscerale per il regno animale, un amore incondizionato. Ho studiato addestramento cinofilo ed assistenza veterinaria al Centro Europeo di Formazione e a breve seguirò il corso pratico di addestramento ENCI, che mi qualificherà come addestratrice a tutti gli effetti, entrando nell'albo nazionale (naturalmente vi comunicherò quando questo avverrà e farò i salti di gioia!).

In questo blog, quindi, vorrei affrontare le più svariate tematiche riguardanti il regno animale, concentrandomi particolarmente su cane e gatto - sui quali mi sento più preparata e, credo, siano quelli che interessano la maggioranza dei proprietari di animali - parlando di alimentazione, salute, igiene e cura del corpo e, naturalmente, addestramento! Sia ben chiaro che, anche se darò consigli sulla salute, non voglio in alcun modo sostituirmi a quelli che possono essere i pareri veterinari, poiché non lo sono, e che ogni caso è a sé stante; i miei saranno solo suggerimenti generali per mantenere sani i vostri amici pelosi! Detto questo spero che possiate trovare utile ed interessante quello che avrò da raccontarvi e sarò felicissima di rispondere ad ogni vostra domanda nel modo più accurato ed approfondito possibile! 
Un saluto, Barbara.